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ELISA MONTESSORI E GIOVANNA DE SANCTIS RICCIARDONE: AFFINITA’ E DIFFERENZE DI DUE ESPONENTI DELL’ARTE DEL NOVECENTO 


A cura di: De Riggi Antonio, Donati Enrica.

 



























Elisa Montessori, Fantasmi, 2011, tecnica mista su tela, 220x240cm.

 

Il presupposto fondamentale è che ogni artista necessita di esprimere un’interpretazione propria della realtà che lo circonda, dando l’opportunità all’osservatore di utilizzare la propria visione, sia che essa sia condivisa sia se non. D’altronde, l’immagine è sempre un po' parola per chi vuole ascoltare.  

Giovanna De Sanctis Ricciardone ed Elisa Montessori appartengono alla corrente artistica contemporanea, seppur lavorando in settori diversi: la prima nella scultura e la seconda nella pittura.

Figlie dello stesso contesto storico, queste due artiste indagano il mondo secondo chiavi di lettura talvolta eguali talvolta differenti, esprimendosi in maniera contrastante. 

Derivanti da formazioni profondamente diverse, Elisa Montessori laureata in Scienze Umanistiche e De Sanctis Ricciardone in architettura (seppur autodefinendosi un “arch-artista strabica da sempre”), cercano di comprendere l’universo attraverso le leggi della Fisica. 

Le opere della Montessori richiamano il postulato fondamentale di Lavoisier: nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. De Sanctis Ricciardone, ricercando un’introiezione dell’immagine e dell’immaginazione, condivide il pensiero della fisica quantistica e la teoria delle particelle fino ad arrivare alla sconvolgente teoria einsteiniana della relatività, testimonianza di come tutto si distrugge e tutto ricomincia. 

Nel loro processo di composizione rivolgono il proprio sguardo verso due diversi mondi artistici del passato. Il viatico di Elisa Montessori è composto da un’astrazione propria del primo impressionismo francese e dai pittori della luce. Ne deriva un lavoro dalle ricognizioni a perdita d’occhio, in terreni sconfinati con una capacità di trasfigurare la realtà. Fugge dalla corposità della materia uscendo dalle ristrettezze della logica del dipinto, attraverso una pittura che abbia nella struttura del disegno che la sottende un momento di verifica proprio nel suo tendere all’infinito. 

Diversamente, figurazioni barocche e rinascimentali rappresentano la più corposa fonte di ispirazione per Giovanna De Sanctis Ricciardone. Profondamente centrale la contemplazione e lo studio delle opere del Bernini, soprattutto nella scultura in cui rompe in maniera netta con il classicismo, mettendo in evidenza un’energia drammaticamente viva e caotica tramite la torsione e la piegatura dello spazio. 

Il ruolo della materia e della modalità con cui essa viene impiegata è fondamentale in ogni forma d’arte. All’interno delle opere di Elisa Montessori, è notevole la capacità di accennare soltanto agli elementi, di dare l’avvio a possibili orientamenti per poi farti perdere nei suoi intricati paesaggi, veri e propri labirinti della memoria. La sua pittura si pone come obiettivo centrale quello di fuggire dalla realtà, nonostante la materia stessa sia realtà: Il suo tratto risulta, dunque, volutamente fievole ed astratto per cercare di sottrarsi a questa contraddizione. Al contrario, le sculture di Giovanna De Sanctis Ricciardone hanno un legame decisamente più viscerale con la materia. La sua impronta su quest’ultima, infatti, risulta essere molto decisa, forte, plasmandola con giochi di torsione che vogliono essere metafora della torsione del tempo e dello spazio. 

Le opere della Montessori sembrano volersi allontanare dalla tradizione culturale europea e dall’uso di un segno puro, non insistendo su questioni di genere, ma focalizzandosi su questioni di metodo, richiama una contaminazione con la tradizione figurativa orientale. È ancora il segno astratto a descrivere una suggestione orientale secondo cui lo stesso movimento del tracciare segna una totalità di esperienze fisiche e mentali. Una questione fondamentale, quella del pensiero orientale che suscita riflessioni anche per Giovanna De Sanctis Ricciardone, che rifiuta la risoluzione dei problemi in un unico elemento, tipica occidentale, accogliendo invece l’aspetto orientale dello ying e dello yang dove la realtà è composta fa forze distinte e contraddittorie che si debbano incastrare. 

 


















Giovanna De Sanctis Ricciardone, Nike, Nuovo Palazzo di giustizia di Palermo, 2001.

 

 

QUESITO

 

Alla luce di quanto emerso da questo esercizio di analisi sull’arte di Elisa Montessori, nasce in noi la seguente curiosità: Lei si esprime attraverso l’utilizzo di un tratto molto leggero ed astratto. Ritiene che ciò sia dovuto maggiormente alla volontà di fornire all’osservatore delle immagini solo accennate che possano poi essere vissute ed interpretate in maniera differente a seconda del trascorso e della visione della realtà dello stesso oppure il tratto leggero è, al contrario, una conseguenza della sua visione del mondo, per cui identifica nella materia stessa una realtà da cui sente il bisogno di sottrarsi?

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